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Fumo e trapianto di fegato

 


Il fumo di tabacco, di cui fanno uso 1 su 5 persone con età superiore ai 15 anni nella popolazione generale, è uno dei principali fattori di rischio per diverse malattie croniche, per cancro, malattie polmonari, cardiovascolari ed ulcere peptiche. Il fumo rappresenta anche un fattore di rischio per infezioni batteriche e virali. Favorisce inoltre lo sviluppo di malattie renali croniche (Corbett). Nel mondo è responsabile della morte di circa 6 milioni di persone all’anno.
Nei pazienti trapiantati il fumo può essere ancora più pericoloso: infatti, a causa dell’immunosoppressione, i pazienti trapiantati sono già maggiormente soggetti a infezioni, cancro, e malattie cardiovascolari, che possono essere accentuate appunto dal fumo. Così l’Associazione Americana per lo studio delle malattie epatiche e la Società Americana dei Trapianti hanno esposto nel 2012 delle linee guida che raccomandano caldamente ai pazienti da sottoporsi a trapianto di fegato o di rene, di astenersi dal fumo. Nonostante ciò alcuni studi segnalano che tra l’11 ed il 40% dei pazienti sottoposti a trapianto riprendono a fumare.
Il problema è variamente sentito dai medici trapiantatori: in un sondaggio nei vari Ospedali Statunitensi al quale risposero nel 2015 il 46% dei Centri, il 75% di essi riferiva di avere un protocollo per i fumatori e che l’84% di questi protocolli prevedeva la cessazione del fumo (Fleetwood).
Nel 2008 Heide studiò 401 pazienti per almeno 2 anni dopo il trapianto di fegato:il 53% non avevano mai fumato, il 30% circa avevano fumato in passato mentre circa il 17% erano i fumatori attivi; dopo il trapianto circa il 2% dei non-fumatori presero a fumare; il 12% dei fumatori pregressi ripresero a fumare dopo il trapianto; tra i fumatori attivi al trapianto circa il 30% smisero prima del trapianto e tale percentuale rimase tale anche dopo il trapianto. I fumatori attivi al momento del trapianto erano soprattutto quelli trapiantati per cirrosi alcolica. Il fumo non influì sulla sopravvivenza dei fegati e dei pazienti; però nuovi tumori comparvero con frequenza maggiore nei fumatori rispetto ai non fumatori; dopo 15 anni dal trapianto il rischio di sviluppare un tumore fu del 18,2% nei fumatori e del 7,7% nei non fumatori.
Uno altro studio (Leithead) del 2008 veniva focalizzato sui pazienti trapiantati di fegato; ne vennero considerati 136; da questo studio venne dimostrato che i fumatori attivi, sottoposti a trapianto di fegato, presentavano una aumentata mortalità rispetto ai non fumatori: con una sopravvivenza a 1, 5 e 10 anni rispettivamente del 94-68-54% rispetto a 94-83-77%. Tale mortalità era in particolare dovuta a patologie cardiovascolari ed infettive, e non a tumori.
Altri hanno dimostrato (Corbett) che il fumo nel sistema immunitario di un trapiantato, determina una maggiore proliferazione dei linfociti T, favorendo quindi episodi di rigetto. Lo stesso Autore riferisce, nei riceventi fumatori, una maggiore incidenza di tumori rispetto ai non fumatori (12,7% verso il 2,1%). Nei pazienti trapiantati di fegato il fumo aumenterebbe il rischio di trombosi arteriosa, complicanze biliari e tumori (Corbett 2012) con una incidenza del 13% rispetto a 2%. 
Mangus nel 2015, tramite uno studio su 1275 pazienti adulti, studiò anche pazienti trapiantati di fegato tra il 2001 ed il 2011: i pazienti che fumavano o avevano appena smesso di fumare al momento della messa in lista per trapianto, rispetto ai non fumatori, presentavano una maggiore frequenza di comparsa di nuovi tumori, in particolare di tumori non cutanei quali quelli del capo e del collo, del polmone, di linfomi e di tumori dell’apparato genito-urinario.
I pazienti fumatori inoltre dimostravano una sopravvivenza a 10 anni statisticamente significativamente peggiore rispetto ai non fumatori (70% vs 57%).
Una pubblicazione del 2016 di Duerinckx tramite metanalisi effettuata su 73 studi ha rilevato, nei fumatori rispetto ai non fumatori dopo trapianto (di organo solido), l’esistenza di maggiori probabilità statisticamente significative di malattie cardiovascolari (OR: 1,41), di tumori non cutanei (OR: 2,58), e di aumentata mortalità (OR: 1,74). I pazienti che più frequentemente erano dediti al fumo dopo il trapianto erano, uomini, giovani e con basso Body mass Index (BMI) cioè di peso minore.

Leithead JA, 2008, Liver Transplantation, 14:1159-64
Heide 2009, Liver Transplantation, 15:648-55
Corbett 2012, Transplantation, 94 (10):979-87
Fleetwood 2015, J Gastrointest Surg, 19;2223-7
Mangus 2015, Transplantation, 99:1862-8
Duerinckx 2016, Transplantation, 100:2252-63